L’allevamento in gabbia dei conigli continua a essere il sistema maggiormente utilizzato nel nostro Paese. Infatti circa il 97% dei conigli italiani passa tutta la vita in gabbia.
La gabbia è un sistema crudele e fuori dal tempo che continua a essere utilizzato per perseguire la logica del profitto.
Nel nostro immaginario, il coniglio sta eretto sulle zampe posteriori e di tanto in tanto fa qualche balzo per muoversi liberamente. Queste due semplici azioni, sono impensabili per un coniglio allevato in gabbia “di batteria” che passa tutta la sua breve vita (massimo 3 mesi), schiacciato in una gabbia alta circa 35 cm, con un’area a disposizione non più grande di un foglio A4. Simili condizioni di vita anche per i conigli che vengono allevati nelle cosiddette gabbie arricchite: un sistema di allevamento altrettanto crudele sebbene con qualche centimetro di spazio in più a disposizione degli animali.
Sottoscrivi la nostra petizione che chiede ai Ministri della Salute, delle Politiche Agricole e al Parlamento italiano:
- una legge per la dismissione graduale di ogni tipo di gabbia per i conigli
- un’etichettatura volontaria e nazionale secondo il metodo di allevamento, che aiuti i consumatori a distinguere fra i prodotti cage-free e quelli provenienti da conigli allevati in gabbia in modo chiaro e univoco.
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Dal mercato un push alla politica
Da poco, una piccola ma significativa parte degli oltre 24 milioni di conigli presenti in Italia è allevata fuori dalle gabbie, in recinti sopraelevati e senza copertura, con un numero di animali per metro quadro inferiore rispetto ai sistemi in gabbia. I prodotti ad oggi sono presentati sul mercato con l’etichetta “allevato a terra”. Un passaggio, quello ai sistemi cage-free, che segna un importante traguardo e stabilisce una volta per tutte la sostenibilità dei sistemi di allevamento alternativi alla gabbie.
La differenza di essere allevati in recinti
Nei sistemi in recinto o park, i conigli possono muoversi più liberamente, sollevarsi sulle zampe posteriori, compiere fino a 3 salti consecutivi, nascondersi in appositi tubi, rosicchiare oggetti masticabili, integrare la propria dieta con fibre come il fieno, saltare su piattaforme e vivere in gruppo insieme ad altri loro simili, sviluppando così relazioni sociali. Tutti aspetti fondamentali per il benessere di questi animali. Inoltre, anche se sopraelevati rispetto al suolo per questioni igieniche, in questi recinti i conigli non poggiano costantemente su pavimenti in reti metalliche come invece succede nelle gabbie, evitando così grandi fastidi, ferite e disagi alle zampe. In ultimo, grazie alle migliori condizioni di vita, nei sistemi park, l’uso degli antibiotici è molto ridotto e non sono necessari trattamenti di routine.
Vietate per legge
Il nostro obiettivo rimane quello di assicurare una vita più dignitosa a questi animali chiedendo la dismissione graduale per legge delle gabbie negli allevamenti di conigli. Al contempo, chiediamo anche la possibilità per i consumatori di distinguere i prodotti cage free da quelli da gabbia con un’etichettatura volontaria nazionale, univoca e chiara secondo il metodo di allevamento. In questo modo i cittadini, attraverso le proprie scelte di consumo, possono influenzare il mercato e avere un impatto positivo sulla vita degli animali, in tempi più rapidi.
L’alternativa sostenibile all’allevamento in gabbia c’è. Ora spetta alla politica avviare un percorso che releghi le gabbie a un triste ricordo del passato.